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Pontone Dakata, la chiatta noleggiata dall’Autorità portuale e mai utilizzata fra il 2009 e 2010

Pontone Dakata, la chiatta noleggiata dall’Autorità portuale e mai utilizzata fra il 2009 e 2010:: per l’Affitto, lo Stato rivuole un milione di euro da tre dirigenti. Ecco la richiesta fatta dalla Corte dei Conti nei confronti del presidente dell’Autorità portuale e due funzionari pubblici.

Il pontone Dakota, la chiatta noleggiata dall’Autorità portuale e mai utilizzata tra il 2009 e il 2010, torna di colpo d’attualità. Lo fa distanza di quasi cinque anni dalla sentenza con la quale il giudice per l’udienza preliminare aveva prosciolto gli ex vertici dell’Authority, da tutte le accuse: abuso d’ufficio, falso e soppressione di documenti. La nuova vita processuale della chiatta della discordia è stata svelata nella relazione del procuratore regionale della Corte dei Conti Angelo Lupi che ha fatto il punto sull’attività del 2016. Nel dossier presentato a Firenze, il magistrato ha scritto: “Di rilievo è stato anche il giudizio a carico dei vertici dell’Autorità portuale di Livorno – danno richiesto 910 mila euro – per l’inutile noleggio di un pontone galleggiante dapprima destinato a una banchina dove non poteva tecnicamente essere impiegato e poi dirottato su altra dove è comunque rimasto sostanzialmente non utilizzato”. Al centro del giudizio che si dovrebbe chiudere entro l’anno, la questione dei tre dirigenti che nel caso in cui venissero condannati dovrebbero restituire quasi un milione di euro allo Stato. Eppure già il giudice per l’udienza preliminare che aveva prosciolto i tre indagati, nelle motivazioni era stato durissimo. “La vicenda che si occupa del noleggio del pontone Dakota – aveva scritto – è costellata in più momenti da passaggi che, valutati in un’ottica di trasparenza e di efficienza dell’azione amministrativa, evidenziano profili di allarmanti criticità e che sicuramente meritano la piena attenzione della magistratura contabile, già investita della vicenda e in attesa della definizione del procedimento penale”. In sostanza anche se il reato non sussite, è stato comunque sprecato denaro pubblico. Al centro degli accertamenti, ora anche della Corte dei Conti, i due anni di noleggio della chiatta. Con il primo provvedimento, il numero 23 del 9 febbraio 2009, l’Autorità bandiva una gara mediante procedura urgente per “fornitura a noleggio di un pontone galleggiante per le navi Ro.ro”. La verità è che era troppo grande e ingombrante per l’accosto 54, come dissero sia la Capitaneria che i piloti del porto. E per questo venne trasferito alla Calata Tripoli, in concessione alla società Ltm che a sua volta non l’ha mai utilizzato non sapendo che farsene. Ma nonostante questo scarso utilizzo e altrettanta scarsa utilità durante il primo anno di noleggio, il contratto venne rinnovato anche per altri dodici mesi “con ulteriore spreco di denaro”. Soldi finiti nelle casse di una società di Genova, che in due anni ha incassato 910.200 euro, soldi che adesso la Corte dei Conti chiede ai dirigenti dell’Authority. FABIO GIORGI