ECONOMIAFeatured

La strada per un’intesa sulla web tax in Europa resta tutta in salita


Perché la strada per un’intesa sulla web tax in Europa resta tutta in salita
Il 29 settembre il vertice di Tallinn sarà un banco di prova per i leader europei: troveranno un accordo su come far pagare i giganti americani del web?
Il vertice europeo sull’innovazione e il digitale di Tallin si avvicina e le grandi aziende del web attendono di vedere quale decisione verrà presa sul loro regime fiscale. Dall’incontro dei ventotto che si terra il prossimo 29 settembre infatti dovrebbe uscire una parola definitiva sulla realizzazione di una web tax volta a erodere i guadagni faraonici delle digital ventures che, grazie a stratagemmi fiscali legati alla natura aleatoria della loro merce – i dati – riescono a eludere le tassazioni dei Paesi europei, che sono stanchi di rimanere a bocca asciutta.
Nella sua relazione la Commissione Europea mette nero su bianco che “la digitalizzazione dell’economia cancella la differenza tra beni e servizi, rivoluzionando completamente i modelli di business”.
L’Unione continua a chiedere una revisione completa delle regole fiscali a livello mondiale per adattarsi alle nuove realtà, ma come spiega Il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis: “In assenza di progressi appropriati a livello mondiale, l’Unione dovrebbe mettere a punto le proprie soluzioni per tassare i profitti delle imprese nell’economia digitale”. L’obiettivo della Commissione è di avere una linea comune per la riunione dell’Ecofin che si terrà a dicembre, così da portarla compatti davanti all’Ocse.
Una proposta a lungo termine per la Commissione Europea sarebbe quella di estendere alle aziende digitali la base imponibile unica (Ccctb), inizialmente proposta per le società che hanno sedi in più Paesi. Ma una proposta di questo tipo richiederebbe troppo tempo, per questa ragione vengono valutate delle soluzioni temporanee e di più veloce applicazione. Tra queste una tassa sul fatturato da applicare nel paese in cui viene registrato il profitto, la ritenuta alla fonte sulle transazioni digitali e una imposta da applicare ai servizi offerti e alle pubblicità.