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“L’Europa a due velocità? Esiste già“

“L’Europa a due velocità? Esiste già”
“La Turchia per la Germania è un partner molto importante, in Germania vivono 1,4 milioni di turchi aventi diritto al voto: noi siamo aperti, ma non è possibile e non è accettabile che
di altri Paesi vengano trasferiti nella società tedesca”. Lo ha affermato l’ambasciatore tedesco a Roma, Susanne Wasum-Rainer, intervenendo in diretta web a ‘Viva l’Italia, rispondendo alle domande dei giornalisti dell’Agi sulle tensioni tra Ankara e Berlino.
“Un’Europa a più velocità esiste già”
La rappresentante di Berlino in Italia ha poi spostato l’attenzione sulle imminenti celebrazioni dei Trattati di Roma, ricordando che “l’espressione di un’Europa a due velocità non è presente nel dibattito attuale, in cui si parla di un’Europa a più velocità e questo è qualcosa che già abbiamo attualmente”. “Già oggi in Europa – ha aggiunto – alcuni Stati membri possono, se vogliono, contribuire e concorrere a certi progetti o possono rimanerne esclusi se non vogliono partecipare. E questa è l’idea di un’Europa a più velocità per raggiungere una maggiore integrazione futura. Non possiamo farci imporre il passo dell’integrazione dai Paesi che sono più lenti e che vogliono andare a velocità più bassa. In futuro dovremo partire come base da quello che abbiamo già conquistato per arrivare a una più stretta collaborazione in diversi settori”. Tra gli esempi citati, la più stretta collaborazione che c’è “nell’Unione economico monetaria, e dovrà avvenire in altri ambiti, come nella giustizia, nella politica interna e nella creazione di una Procura europea”.
Quanto alle celebrazioni indette nella capitale per i Trattati di Roma, “la data del 25 marzo è un momento cruciale, perché ci dà la possibilità di trattare un bilancio, di fare vedere la nostra compattenza, la nostra unità e di esprimere il fatto che l’Unione europea non è stata soltanto la migliore idea del Ventesimo secolo, ma per il Ventunesimo secolo sarà la migliore opportunità di tutela e di protezione”. “La posta in gioco del 25 marzo – ha sottolineato l’ambasciatore tedesco – non sarà tanto quella di stilare un programma di lavoro dettagliato, quanto quella di trarre un bilancio positivo, di fare una sorta di inventario positivo, di mostrare compattezza e di elencare le possibilità concrete per il futuro”.