TOSCANA

L’operazione della Guardia di Finanza tesa a smantellare l’associazione per delinquere legata a reati tributari

Facevano una vita da nababbi, raggirando l’Erario: i tre (un albanese residente a Livorno, sua moglie ed il padre della donna) sono stati arrestati. L’operazione della Guardia di Finanza tesa a smantellare l’associazione per delinquere legata a reati tributari, fallimentari e contro il patrimonio. Nei guai anche altre 13 persone. Nel garage della famiglia supercar, a casa gioielli e orologi di lusso.
Un’intera famiglia risulta coinvolta nell’inchiesta livornese su una serie di reati tributari che ha portato a cinque misure cautelari. A finire in carcere nel corso della complessa operazione delle Fiamme Gialle livornesi denominata “Black Coop”, un quarantenne albanese, residente a Livorno e il 49enne suocero, di Rosignano. I due, secondo le indagini rappresentavano i reali promotori e organizzatori dell’associazione a delinquere. I due arrestati si sono appropriati e hanno distratto nell’arco di 5 anni almeno 4,5 milioni, acquistando auto di lusso, barche, viaggi all’estero e spese cospicue ai casinò. Ai domiciliari è finita la moglie italiana trentatreenne dell’albanese (e figlia del 49enne): la donna, sempre secondo quanto emerso dalle indagini fungeva da contabile interna di cinque società cooperative (amministrate di fatto dai due), tutte nel settore del facchinaggio e delle spedizioni, fungendo da tramite con un commercialista di Torre Annunziata (deceduto nel dicembre del 2016) che garantiva il sistema fraudolento predisponendo infedeli dichiarazioni con l’indicazione di costi fittizi per 16 milioni e mediante la compensazione di imposte dovute con crediti inesistenti per oltre 3 milioni di euro. Al 26enne fratello della donna e a un argentino residente a Rosignano, invece è stata applicata la misura cautelare dell’obbligo di firma. Le contestazioni hanno ad oggetto reati che vanno dall’associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, bancarotta semplice, appropriazione indebita aggravata, dichiarazione infedele, sottrazione al pagamento delle imposte, fino alla indebita compensazione di crediti inesistenti e intestazione fittizia di beni. Indagate e coinvolte nell’inchiesta altre 11 persone utilizzate soprattutto come prestanome. FABIO GIORGI