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Occupazione: i bacini, al porto varrebbero 400 posti di lavoro, il grido d’allarme di Cgil, Cisl e Uil


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Occupazione: i bacini, al porto varrebbero 400 posti di lavoro, il grido d’allarme di Cgil, Cisl e Uil

Occupazione: i bacini, al porto varrebbero 400 posti di lavoro, ma ecco il grido d’allarme di Cgil, Cisl e Uil sui ritardi dopo il sequestro del “galleggiante”. “Nel 2018 – dicono i segretari Puppo, Lubrano e Rossi – ci sarà la messa in mare di 3 giga-yacht. Bisogna far presto per non perdere l’opportunità“.
Grido d’allarme dei segretari delle sigle sindacali confederali dei metalmeccanici Simone Puppo (Fiom Cgil), Christian Lubrano (Fim Cisl) e Franco Rossi (Uil Uilm): “Abbiamo aspettato abbastanza, Livorno non può permettersi di perdere altro tempo e altri posti di lavoro”. Al centro delle preoccupazioni il perdurare della situazione di stallo dei bacini di carenaggio, aggravatasi dopo l’incidente dell’Urania nel giugno del 2015, a cui era seguito il sequestro del bacino galleggiante da parte della magistratura, tutt’ora in atto. “Ci risulta – aggiungono i segretari – che una parte dei ritardi accumulati siano attribuibili alla mancata relazione da parte del consulente tecnico di parte, cosa che ha impedito al giudice di andare a sentenza un fatto gravissimo a cui si sono aggiunti i ritardi dovuti alla burocrazia e la mancanza di risposte politiche da parte delle istituzioni, a cui chiediamo un rinnovato impegno anche sul fronte della formazione”. Secondo i sindacati ci sarebbero infatti a disposizione dei fondi stanziati dal Ministero all’interno dell’accordo di programma, fondi che aspetterebbero ancora di essere utilizzati. “Con la riapertura dei bacini e la ripresa delle attività di riparazione il porto avrà bisogno di lavoratori e artigiani specializzati, dagli operai edili ai falegnami fino a chi monta le tappezzerie e gli arredi. Ci sono ritardi anche su questo, non è stato fatto nessun corso formativo che abbia orientato i disoccupati in questa direzione. È un importante pezzo dell’Accordo di programma rimasto sulla carta. Se aspettiamo ancora ci ritroveremo con i bacini aperti e i lavoratori non formati. Il 2018 dovrebbe vedere la messa in mare di tre gigayacht, la città non può permettersi di fallire l’obiettivo, non solo e non tanto per le penali che si accumulerebbero nei confronti dell’armatore ma anche per la propria credibilità. Anche qualora la magistratura procedesse con lo sblocco ci sarebbero da mettere in conto i tempi necessari per riparare il bacino (che con l’incidente e l’inattività ha subito ingenti danni) e collaudarlo, tempi sicuramente non brevi, oltre al ripristino e alla messa in sicurezza delle banchine – continuano i sindacalisti – tutto questo, se gestito bene, porterebbe posti di lavoro importantissimi per la città, senza dimenticare le opportunità che potrebbero derivare dal porto turistico”. Ad oggi in cantiere lavorano circa 1500 persone. Secondo i sindacati lo sblocco di entrambi i bacini potrebbe portare fino a 400 posti di lavoro in più. FABIO GIORGI