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Nella campagna elettorale Matteo Renzi e Paolo Gentiloni avranno un “peso” uguale


Nella campagna elettorale Matteo Renzi e Paolo Gentiloni avranno un “peso” uguale

Nella campagna elettorale Matteo Renzi e Paolo Gentiloni avranno un “peso” uguale, almeno nelle candidature. Tanto il segretario del Pd quanto il premier, e solo loro, infatti, secondo quanto si apprende, saranno candidati in un collegio (probabilmente il primo a Firenze e il secondo a Roma) e saranno anche capilista in due regioni, ancora da definire. Del resto, si fa notare dal Nazareno, Renzi da tempo si è convinto della necessità di presentare il Pd come una squadra, in cui l’attuale presidente del Consiglio ricopre un ruolo importante, anche visto l’apprezzamento nei sondaggi. Dunque lo schema sarà quello di un collettivo con “due punte”, anche per sottolineare il buon rapporto tra il leader Dem e Gentiloni, al di là di alcune frizioni (vedi l’affaire Visco-Bankitalia) che ci sono state in questo anno, e dei rumors che accreditano l’ambizione dell’ex ministro degli Esteri di poter restare a Palazzo Chigi. Il segretario (in questi giorni a casa a Firenze) e i suoi, stamani, hanno seguito la conferenza stampa del premier. “E’ stato un intervento in stile Gentiloni – riflette un esponente Pd molto vicino al segretario – ha rivendicato il lavoro fatto, dal suo governo ma anche da quello di Matteo. Ha sì sottolineato che il governo governerà ma quando più volte gli è stato chiesto di un possibile bis ha sempre risposto con grande equilibrio. E ha ricordato che per la legge elettorale il candidato premier è il capo del partito”. Non è neppure passata inosservata la difesa di Maria Elena Boschi, con la conferma di aver insistito perchè restasse al governo con l’incarico di sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio. Qualcuno tra gli osservatori ha visto invece come uno ‘sgarbo’ l’aver ricordato anche il governo di Enrico Letta al momento di sottolineare i risultati positivi degli esecutivi Pd. “Sì, è stato un riconoscimento, ma troppo poco per far arrabbiare Matteo”, è la riflessione che si fa nelinner circle renziano. “Gentiloni – commenta un deputato renziano – ha fatto un discorso saggio, ha rivendicato i risultati raggiunti, che sono tantissimi, e parlato del Pd come ‘forza tranquilla’ contro populisti e demagoghi, l’impostazione che dovremo dare alla campagna elettorale. E’ stato un buon intervento”. Dal Pd, però, in particolare dal lato renziano, non sono arrivate molte reazioni pubbliche alle parole del premier. “L’Italia deve riconquistare la fiducia in se stessa per affrontare le sfide del futuro ha ragione il premier Paolo Gentiloni”, è stato il commento di Ermete Realacci, amico di lunga data del presidente del Consiglio. Apprezzamento anche dalla prodiana Sandra Zampa, che dice “grazie a Gentiloni per avere portato il Paese alla ‘fine ordinata di questa legislatura’ e per avere governato senza mai tirare a campare”. Per Luigi Zanda, capogruppo Dem al Senato (sicuramente non collocabile nel ‘giglio magico’), “l’Italia deve essere grata a Paolo Gentiloni per la serietà e l’equilibrio con cui ha governato in un anno difficilissimo portando a termine con successo la legislatura nonostante le condizioni di particolare fragilità del quadro politico nazionale”. Anche Matteo Colaninno ha elogiato le parole di Gentiloni: “Sono la sintesi perfetta del lavoro fatto dal Pd in questi anni. La perfezione non esiste, ma in questa fase storica un governo di centrosinistra a guida Pd è stato il migliore possibile per porre le basi per un serio e duraturo rilancio del nostro Paese”.