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Gesù ci manda tra la gente,


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Gesù ci manda tra la gente,
Roma, 4 febbraio “E’ una umanità solcata da sofferenze, fatiche e problemi” quella che incontra Gesù nel Vangelo, “non andava in laboratorio ma tra la gente. E tale povera umanità è diretta l’azione potente, liberatrice e rinnovatrice di Cristo”. Lo ha affermato Papa Francesco prima dell’Angelus in piazza San Pietro, davanti ai molti fedeli e pellegrini arrivati per il consueto appuntamento domenicale. “L’annuncio del Regno di Dio da parte di Gesù ritrova il suo luogo più proprio nella strada. Ai discepoli che lo cercano per riportarlo in città”, Lui risponde: “Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là”. Ha detto il Pontefice. “Gesù non è venuto a portare la salvezza in un laboratorio, non è staccato dalla gente ma sempre in mezzo alla folla”. “Il Vangelo di questa domenica prosegue la descrizione di una giornata di Gesù a Cafarnao, un sabato, festa settimanale per gli ebrei. Questa volta l’evangelista Marco mette in risalto il rapporto tra l’attività taumaturgica di Gesù e il risveglio della fede nelle persone che incontra. Infatti, con i segni di guarigione che compie per i malati di ogni tipo, il Signore vuole suscitare come risposta la fede”. Ad esempio “la guarigione della suocera di Pietro non suggerisce soltanto lo straordinario potere del Cristo su un corpo malato. Attraverso questo racconto molto breve (vv. 30-31), Marco fa emergere un significato generale dei miracoli: la guarigione del corpo mira alla guarigione del cuore. L’episodio contiene dunque un’esortazione valida per ogni credente: una volta liberati dalle strette del male e riacquistate le proprie forze in seguito all’intervento di Gesù, bisogna seguire l’esempio della suocera di Pietro, che subito si mise al servizio del Signore e degli altri ospiti”. Insomma – ha detto ancora il Santo Padre – “la giornata di Gesù a Cafarnao termina con la scena della gente di tutta la cittadina che si accalca davanti alla casa dove Lui alloggiava, per portargli tutti i malati. La folla, segnata da sofferenze fisiche e da miserie spirituali, costituisce, per così dire, ‘l’ambiente vitale’ in cui si attua la missione di Gesù, fatta di parole e di gesti che risanano e consolano. E’ una umanità solcata da sofferenze, fatiche e problemi: a tale povera umanità è diretta l’azione potente, liberatrice e rinnovatrice di Gesù. Così, in mezzo alla folla fino a tarda sera, si conclude quel sabato”.