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Dietrofront del governo sul deficit: il rapporto disavanzo-Pil resta confermato al 2,4% solo nel 2019





Dietrofront del governo sul deficit: il rapporto disavanzo-Pil resta confermato al 2,4% solo nel 2019
Dietrofront del governo sul deficit: il rapporto disavanzo-Pil resta confermato al 2,4% solo nel 2019, per poi scendere al 2,1% nel 2020 e all’1,8% nel 2021. A sei giorni dalla deliberazione del Consiglio dei ministri sulla nota di aggiornamento al Def, l’esecutivo gialloverde corregge il tiro e lima le cifre del documento che aggiorna le previsioni economiche e di finanza pubblica mantenendo quel numero tanto festeggiato dai ministri 5 stelle dal balcone di palazzo Chigi giovedì scorso soltanto per il 2019.
Invieremo a Bruxelles e al Parlamento la nota aggiuntiva al Def riferisce il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in sala stampa a Palazzo Chigi.

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Al termine delle dichiarazioni infatti Conte, Di Maio e Salvini lasciano prontamente la sala stampa mentre Tria indugia e viene assalito dai cronisti che gli chiedono i dati sul Pil. “Lo ha detto Conte”, è la sua risposta. Ma i dati forniti dal presidente del Consiglio sono quelli del debito pubblico che si attesterà al 130,9% del Pil nel 2019 per scendere progressivamente sotto il 130% nel 2019 fino al 126,5% nel 2021.
A sottrarre il ministro dell’Economia dalle domande dei giornalisti arriva la portavoce di Salvini, Iva Garibaldi, che lo fa uscire dalla sala. Salvini si dice “strafelice per i risultati ottenuti. All’inizio dell’anno partirà la piena riforma della legge Fornero. Senza penalizzazioni, senza paletti, senza limiti, senza tetto al reddito. Vuol dire che potenzialmente possono andare finalmente in pensione 400 mila persone e si liberano altrettanti posti di lavoro.
Nel Def è prevista anche “la Flat tax al 15% per le partite iva. Una riforma che qualcuno voleva frenare e che invece permetterà a un milione e mezzo di partite iva di risparmiare 10 mila euro all’anno” e anche, spiegano le stesse fonti, “un piano straordinario di assunzioni delle forze dell’ordine. Un impegno preso e accettato da tutto il governo”. Di Maio spiega che l’abbassamento degli obiettivi del deficit 2020 e 2021 avviene “senza sacrificare le misure fondamentali che restano finanziate e che sono il cuore di legge di bilancio; pensione e reddito di cittadinanza, riforma dei centri per l’impiego.
Oggi, durante la seduta della Commissione, è emerso tutto l’imbarazzo della maggioranza per una situazione senza precedenti e che, a questo punto, mette a rischio l’iter parlamentare del documento di economia e finanza”. Secondo i forzisti “l’esame in Commissione non potrà iniziare lunedì della prossima settimana, così come previsto dal calendario dei lavori licenziato dalla capigruppo di Montecitorio, e se il testo non giungerà alla Camera neanche nella giornata di domani, slitterà di ancora un giorno. A questo punto, con l’avvio dei lavori parlamentari sul Def non prima di mercoledì, sarà impossibile portare il testo in Aula prima della metà di ottobre”.RIPRODUZIONE RISERVATA il Gazzettino di Livorno


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