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Roma, la capitale si prepara sotto “massima allerta”

Trattati Roma, la capitale si prepara sotto “massima allerta”
L’intelligence e le autorità di polizia italiane sono a lavoro in contatto costante con quelle britanniche per incrociare le informazioni in relazione alla dinamica e alla matrice dell’attacco terroristico avvenuto a Londra, sul ponte sul ponte di Westminster, dove un uomo a bordo di un’auto ha investito una dozzina di passanti e accoltellato gli agenti intervenuti.
Con Londra c’è un confronto serrato che oltre a sviluppare le indagini in relazione all’attentato, avvenuto con la stessa modalità, quella del car jihad, di Nizza e Berlino, a pochi metri dal Parlamento britannico, serviranno anche per capire quali ed eventuali ripercussioni e termini di collegamento ci siano per l’Italia.
Il ministro dell’Interno Marco Minniti è in costante e continuo contatto con i vertici di polizia per seguire lo sviluppo delle indagini e ha convocato per domani mattina una riunione del Comitato di analisi strategica antiterrorismo (Casa). Al Comitato, presieduto dal ministro Minniti, parteciperanno i vertici delle forze di polizia e dei servizi di intelligence “per uno scambio di informazioni ai fini della valutazione della minaccia terroristica”.
I costanti scambi di informazione finora non avevano rilevato minacce specifiche per l’Italia. E l’allarme terrorismo del resto, già dall’attentato del Bataclan a Parigi, è ai massimi livelli: allerta due, quella che precede un attentato terroristico. L’allerta 3 scatta ad evento in corso.
In questo clima di massima allerta Roma si prepara all’evento del 60esimo anniversario dei Trattati di Roma, il 25 marzo, con celebrazioni ufficiali, capi di Stato, rappresentanze, e sei manifestazioni, dove era già stato messo in atto un “imponente dispositivo” di fronte al rischio infiltrazioni di black bloc anche dall’estero (come Francia, Grecia, Germania), anti Ue sia di matrice antagonista ma anche di estrema destra, e una minaccia terroristica che già era fissa sul livello di “preallarme per probabili o imminenti attacchi terroristici”.
L’ambasciata e le sedi di interesse britannico a Roma erano già sotto controllo con presidi di vigilanza fissi. La linea dettata già il 16 marzo dal Viminale con la riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica in vista del 25 marzo era già quella di “rafforzare i controlli e i servizi di vigilanza agli obiettivi sensibili nella capitale”.
E la questura di Roma conferma, dopo l’attentato al centro di Londra, che il dispositivo di sicurezza “è gia ai massimi livelli” con cinquemila agenti schierati.