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L’Ue verso la procedura d’infrazione contro l’Italia




L’Ue verso la procedura d’infrazione contro l’Italia per la manovra gialloverde
La risposta del governo non convince
L’Ue verso la procedura d’infrazione contro l’Italia per la manovra gialloverde
La lettera di risposta dell’Italia a Bruxelles non convince l’Europa: troppo difficile pensare di poter incassare 18 miliardi dalla dismissioni di immobili.
I mercati oggi appaiono scettici: lo spread chiude in rialzo a 310 punti, dopo una iniziale fiammata mattutina a 316.
La Commissione Ue ufficialmente risponderà al governo il prossimo 21 novembre, ma il clima per Giuseppe Conte e l’esecutivo M5s-Lega non è buono.
Olanda e Austria già si dicono a favore dell’apertura della procedura di infrazione. “Sono tre mesi che la invocano, non è una novità“, taglia corto il vicepremier Luigi Di Maio, parlando con i cronisti alla Camera. Più duro e diretto il ministro dell’Interno Matteo Salvini. “A Bruxelles ci sono troppi grafomani, gente che scrive lettere alle quali noi siamo costretti a rispondere, ma, vi posso assicurare, che non ci muoviamo di un millimetro”.
Di Maio proprio oggi rilancia, forse anche per cercare di far passare in secondo piano la difficoltà nell’interlocuzione con Bruxelles e con i partner europei.


“Da ministro del lavoro – annuncia – la norma su ‘quota 100’ e reddito di cittadinanza ce l’ho già pronta: sarà in un decreto legge subito dopo la legge di bilancio. Non c’è slittamento, collegato, appena diventa operativo, con il voto del Parlamento sulla manovra, il fondo da 16 miliardi, chiederò a Conte di convocare il Cdm e fare il dl con le misure. Non ci si appigli alla lettera di Tria: nessuno slittamento, il ‘reddito’ sarà legge alla fine del 2018″.
Per partire nei primi mesi dell’anno successivo. “Dalle simulazioni che stiamo facendo a marzo partirà il reddito di cittadinanza e quota cento il mese precedente”. Nessuno slittamento consistente, dunque, qualunque sia la decisione dell’Europa. Il premier Conte, però, è convinto che con l’Ue si debba mantenere aperto il dialogo. Il presidente del Consiglio è partito stasera per un viaggio “lampo” ad Abu Dhabi, per rientrare già nel pomeriggio a Roma. Nei giorni successivi potrebbe avere, come aveva ipotizzato settimane fa, un incontro con il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. La seduta era stata convocata per cercare di trovare una intesa sulla tassazione dei giganti digitali, ma difficile pensare che i colleghi non chiedano chiarimenti all’inquilino di via XX Settembre. La strada, a questo punto, per il governo è molto stretta e se pare difficile che l’Italia possa evitare la procedura di infrazione, l’obiettivo potrebbe essere quello di limitare al minimo l’impatto di eventuali sanzioni.RIPRODUZIONE RISERVATA il Gazzettino di Livorno


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